Lo scorso giovedì Regno Unito e Unione Europea hanno finalmente raggiunto un accordo su Brexit.
Ad oltre quattro anni quindi dallo storico referendum, con cui i cittadini britannici manifestarono la volontà di lasciare l’Unione Europea, e l’avvicendarsi di ben tre Governi (Cameron, May e Johnson), si conclude la lunga telenovela Brexit, a cui tanto spazio ho riservato su questo blog.
Il board di Bank of England, riunitosi ieri, con 8 voti contro 1, ha votato per il potenziamento del programma di quantitative easing di ulteriori 100 miliardi di sterline portandolo a 745 miliardi.
Con 7 voti contro 2, il board ha deciso di lasciare i tassi inalterati a +0.75%, in attesa di capire quali sviluppi i negoziati sulla Brexit avranno sull’economia del Regno Unito.
Quella di ieri è stata una giornata storica per l’Europa.
Il Parlamento europeo, infatti, con 621 voti favorevoli, 49 contrari e 13 astenuti, ha dato il via libera all’accordo che sancisce l’uscita del Regno Unito dall’Unione.
Se è vero che le elezioni britanniche della scorsa settimana hanno portato al trionfo i conservatori di Boris Johnson, è vero anche che in Scozia a vincere è stata Nicola Sturgeon, leader del partito nazionalista scozzese (Snp),
Questa Brexit s’ha da fare. I risultati delle elezioni britanniche mettono la parola fine ad ogni ipotesi di un nuovo referendum: Boris Johnson, con 364 seggi, spazza via i laburisti di Jeremy Corbyn che con 202 seggi ottengono il peggior risultato dal 1935, quando a trionfare fu Margaret Thatcher.